Tecnicamente sì, ma...
L’attività di smaltimento controllato di rifiuti è definita per legge con il termine “discarica” e quindi bisogna chiamarla così.
È possibile farlo informandosi mediante l’utilizzo di documenti ufficiali, dati oggettivi e spiegazioni, facilmente reperibili attraverso questo portale e comunque scaricabili dal sito internet della Provincia di Alessandria.
Per colmare i vuoti di cava e dare una forma al terreno, che sia funzionalmente ed esteticamente utile alla sua riqualificazione e al suo futuro riutilizzo, sono indubbiamente necessari materiali di riempimento.
Ma non tutti i materiali che verranno utilizzati saranno rifiuti e solamente i 2/3 dell’area saranno interessati dall’utilizzo di tali materiali di scarto.
Il progetto di riqualificazione delle ex cave e di chiusura e sistemazione della discarica già attiva da tempo nel sito, prevede infatti - sia l'impiego di materiali naturali (50%) quali terreni vegetali, sabbia, ghiaia e argilla - che il riutilizzo di alcuni tipi di rifiuti non pericolosi (50%), già puntualmente individuati (10 in tutto - cliccare qui) e selezionati allo scopo: si tratta essenzialmente di scarti delle attività di recupero/trattamento di rifiuti prodotti dalla comunità civile con esclusione dell’ umido - putrescibile. Non saranno utilizzati rifiuti provenienti da cicli di produzione industriale.
Nel comune pensiero le discariche creano impatti insostenibili. Odori, polveri e spesso anche inquinamento dell’aria e dell’acqua. È vero, in particolare per quelle abusive o per molte di quelle di vecchia concezione.
Gli stessi proponenti hanno ideato una discarica innovativa a Cairo Montenotte in provincia di Savona che opera da 10 anni e, non solo non inquina, ma è diventata un esempio di sviluppo sostenibile e di valorizzazione del sito dove è stata realizzata (link galleria fotografica). Chi desidera rendersi conto direttamente della realtà e visitare la discarica di Cairo Montenotte, può contattare un incaricato dell’azienda a questo indirizzo infovisite , oppure può utilizzare questo recapito telefonico: 351/8612282 .
Innanzitutto la discarica è un’attività temporanea e quella qui progettata non è il fine ultimo dell’iniziativa proposta, ma il mezzo per portarla a compimento.
La finalità dell’iniziativa è infatti quella di aggiungere all’area un valore (che ora non ha) e di creare le condizioni per metterla a frutto in futuro, ma in modo permanente e non temporaneo (utilizzo a fini turistici ricreativi).
Quindi non si tratta di un'attività di smaltimento di rifiuti fine a se stessa ma di un progetto complessivo che prevede di esercitare tale attività per un periodo limitato ( 8 anni), utilizzando solo alcuni scarti non recuperabili appositamente scelti. Ovviamente senza inquinare e senza generare impatti negativi, diversamente i proprietari perderebbero la possibilità di farla fruttare in modo durevole, l’area non varrebbe più nulla e, anzi, diventerebbe un debito.
Ciò premesso, una risposta al dubbio (peraltro leggittimo) espresso con tale domanda, per essere esaustiva richiede alcuni approfondimenti; tanto più che il progetto presentato è molto innovativo già nell’idea imprenditoriale che lo ha motivato.
Per rendere le attuali aree, già utilizzate per attività di cava e discarica, idonee per insediare attività turistiche e ricreative è necessario:
I costi delle suddette opere sono molto rilevanti. È logico considerare che la localizzazione di nuove attività nel settore turistico - ricreativo venga preferibilmente indirizzata ad aree già urbanizzate (e predisposte) in territori favorevoli per vocazione (turistica) consolidata e bacino d’utenza adeguato. L’area in questione oggi (purtroppo) non risponde a tali requisiti.
I titolari di questa iniziativa (indicati nella risposta alla domanda n. 4) hanno quindi ideato un progetto complessivo che prevede di realizzare la sistemazione e la predisposizione dell’area e in particolare di eseguire le opere indicate ai punti 1 e 2 che precedono, attraverso la gestione temporanea di una discarica.
Con l’abbancamento di materiali da smaltire si eseguirà il riempimento dei vuoti di cava e si realizzeranno le opere necessarie per la gestione della discarica che verranno acquisite dall’area diventando - così -utili per esercitare le future attività.
Ma la particolare destinazione futura dell’area (turistico - ricreativa) ha imposto alla progettazione, non solo di ottemperare ai nuovi e severi requisiti di legge per le discariche sostenibili, ma anche di garantire che l’area acquisisca condizioni ambientali e naturali tali da motivarne la fruibilità da parte di residenti e visitatori di tutte le età. Per ovvie necessità di marketing turistico e territoriale nelle scelte progettuali ha inciso anche l’aspetto emotivo: che cosa potrà pensare il potenziale fruitore della proposta di frequentare quel sito, informandosi sulla sua storia e ponendosi la domanda “ma cosa c’è sotto a quel parco” ?
La lettura del progetto dimostra che le prioritarie esigenze di non creare impatti e fastidi, né sull’ambiente né sulla reputazione del luogo, sono garantite in particolare:
Per approfondire la conoscenza del progetto è anche possibile consultare (cliccandoci sopra) i seguenti documenti ufficiali attualmente al vaglio degli enti preposti :
Se così fosse, perché i titolari dell’iniziativa avrebbero ridotto il numero e il tipo di rifiuti rispetto a quelli ammessi in una normale discarica (diverse centinaia), scegliendone solo alcuni (10) ?
Perché avrebbero dovuto condizionare la propria attività stabilendo in anticipo esattamente quali rifiuti (conosciuti da tutti) farsi autorizzare, per evitare che si possa strumentalizzare l’iniziativa danneggiando la reputazione di quest’area e rendendola - di conseguenza - non attrattiva per i potenziali visitatori/fruitori?
Perché avrebbero investito più tempo e più denaro per migliorare e qualificare il loro progetto oltre il dovuto?
Perché dovrebbero rinunciare ad utilizzare gli investimenti fatti in opere e infrastrutture anche dopo la chiusura della discarica?
Ma soprattutto...
Evitare la discarica non è economicamente sostenibile. L’investimento di riqualificazione a soli fini turistici - ricreativi non si giustificherebbe, perlomeno non in questa area e in questo contesto.
(vd. Risposta alla domanda n.2)
L’ area infatti - come molte altre in zona - attualmente non è idonea per alcun utilizzo turistico: per la sua attuale morfologia (buchi e avvallamenti), per la totale carenza di utenze di strutture di servizio e di oasi verdi arredate e attrezzate. Gli investimenti necessari per creare le condizioni di tale sviluppo sono molto ingenti. (Cliccare su Ripristino Ambientale).
Ma se il riempimento dei vuoti di cava e la risagomatura necessaria per creare spazi e percorsi fruibili vengono fatti utilizzando, oltre a terreni naturali, esclusivamente materiali di scarto opportunamente scelti ed idonei (10 rifiuti), i proponenti guadagnano con l’attività di smaltimento e, nel contempo, creano le risorse necessarie per la valorizzazione e il riutilizzo dell’area. E tutte le strutture necessarie per realizzare il progetto sono giustificate economicamente e verranno riutilizzate. Può essere utile consultare il progetto per scoprire le scelte compiute in tal senso.
Un solo esempio: la casa del custode che verrà realizzata all’inizio dell’attività di riempimento è stata concepita per il suo riutilizzo come struttura ricettiva del parco. Il progetto architettonico è stato particolarmente curato e i costi di realizzazione di questo fabbricato non si giustificano certo con la sola gestione temporanea (8 anni) della discarica per la quale basterebbe un prefabbricato economico. La forma e l’uso dei materiali si rifanno all’architettura tradizionale contadina dell’area interpretata con linguaggio contemporaneo; la tecnica costruttiva eÌ€ a muratura portante con paramento murario esterno in cotto. L’edificio eÌ€ stato studiato seguendo i principi dell’architettura sostenibile per potere ottenere la certificazione LEED 1. (Cliccare su Casa del Custode, su Render e su Uffici)
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